Il monte Forato (Prestreljenik) è la seconda cima per altezza del vasto Gruppo del Canin e sicuramente è la più suggestiva per merito della presenza del famoso foro che lo caratterizza. La nostra escursione ha inizio nei pressi del rifugio Gilberti che abbiamo raggiunto nel pomeriggio del giorno precedente (CAI 635) e dove abbiamo passato la notte. Intorno alle 8:30 ci mettiamo in marcia verso sella Prevala; dal rifugio il sentiero (CAI 636) scende di una cinquantina di metri per poi risalire l'ampio vallone detritico sulla destra della pista da sci. La funivia è in funzione da pochi minuti e già diversi escursionisti alle nostre spalle imboccano il sentiero che abbiamo appena percorso. Superato il punto più basso inizia la salita che, con pendenza costante, in meno di un ora ci porta a Sella Prevala 2.067 m. Dalla sella si gode di uno splendido panorama sia verso ovest, conca del Prevala, Bilapec e gruppo del Montasio sia verso est lungo il vallone che scende a Bovec. Dopo una breve sosta ripartiamo, l'attacco del sentiero non è facile da individuare; non sono presenti particolari indicazioni, solo un accenno di sentiero che porta ad un cavo metallico. Superato il ripido tratto costeggiamo i resti di una trincea ed iniziamo a salire alla base delle Cime Pecorelle tra rocce, erba e qualche piccolo inghiottitoio. Giunti nei pressi della stazione intermedia della seggiovia slovena proseguiamo lasciando sulla sinistra il bivio per l'Okno, ora il sentiero si fa più stretto e in qualche punto esposto, in meno di venti minuti con qualche facile passaggio di primo grado siamo sulla cima del monte Forato (2.499 m). Sono trascorse poco più di due ore dalla nostra partenza, la cima è molto affollata sia da Italiani ma soprattutto da Sloveni, la cabinovia Kanin è in funzione e probabilmente molti l'hanno utilizzata. Il panorama è davvero esteso, nonostante un po' di foschia dovuta all'anticiclone africano si riconoscono facilmente le cime più vicine e quelle più lontane; il Matajur, lo Stol, il Canin, l'Amariana, il Coglians, il gruppo del Montasio, il Mangart e il Triglav. Dopo la firma del libro di vetta e qualche foto decidiamo di ripartire subito ed andare a mangiare il panino alla finestra naturale dell' Okno, quindi scendiamo di un centinaio di metri sul sentiero dell'andata fino al bivio con la nuova via ferrata "Zavarovana plezalna pot Prestreljenik" L'inizio della via prevede il superamento con un paio di staffe di una piccola sporgenza rocciosa strapiombante, superata questa percorriamo una cengia opportunamente scavata in alcuni tratti e sempre dotata di cavo passamano. Ci muoviamo verso occidente con un percorso praticamente pianeggiante, assecondando alcune rientranze della parete giungiamo al punto più interessante del percorso; un salto roccioso verticale che superiamo agevolmente con l'aiuto di staffe metalliche ed alcuni appigli rocciosi. Concluso questo passaggio la cengia attrezzata prosegue in piano, compiendo un ampio arco verso destra fino al foro nella roccia calcarea. Anche al foro troviamo diverse persone ma riusciamo comunque a mangiare il nostro panino e scattare un paio di foto, la vista che si apre verso Sella Nevea è davvero impressionante. Per il rientro decidiamo di percorrere la "via normale" che prevede il passaggio di due brevi tratti attrezzati e un ripido ghiaione prima di giungere nei pressi dell'arrivo degli impianti di risalita; qui optiamo per prendere la seggiovia (4 euro) che porta a sella Prevala, risparmiando così almeno un chilometro di cammino. Il trasporto meccanizzato è davvero piacevole e permette di ammirare dall'alto i solchi e gli inghiottitoi tipici dell'ambiente carsico. Scesi a sella Prevala ripercorriamo il sentiero dell'andata per tornare al Gilberti dove ci fermiamo per una Radler bella fresca; ora non ci resta che rientrare a Sella.
Resoconto: Itinerario completamente in ambiente roccioso, un po' faticoso in alcuni tratti ma privo di particolari difficoltà. La ferrata si sviluppa quasi interamente in piano, solo un breve passaggio presenta una risalita (o discesa) ripida, attrezzata con fittoni; il cavo è sempre presente. Il foro (Okno) è raggiungibile anche tramite "via normale" che costringe però alla risalita di un ripido ghiaione. Sfruttando la cabinovia di Sella Nevea il tempo di percorrenza e il dislivello dell'itinerario si riducono, una bella idea (come descritto sopra) è quella di dividere l'escursione in due giorni per passare la notte al rifugio Gilberti.
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Gennaio 2020
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