Il monte di Rivo presenta nel suo versante meridionale un vasto anfiteatro franoso costituito da una serie di calanchi quasi privi di vegetazione e da alcuni pinnacoli di erosione dalla forma molto bizzarra, chiamati Campanili del Lander. La formazione di questi pinnacoli è dovuta ad un’alternanza di livelli calcareo-dolomitici e calcareo - marnosi con giacitura pressoché orizzontale. Tale assetto ha prodotto un’erosione lungo linee di frattura verticali, isolando le pareti rocciose che col passare del tempo hanno assunto forme sempre più slanciate. Il punto di partenza per questa escursione si trova vicino a Piano d’Arta; oltrepassato il paese, subito dopo il ponte sul il rio Radice, si svolta a destra per una ripida stradina che porta ad una azienda agricola e alla cappella votiva della Maina della Madonute. Qui si segue la carrareccia di sinistra che risale la verde radura fino ad un edificio dove si può parcheggiare l’auto. Il sentiero lo conosco già, l’ho percorso una volta con la neve e una in discesa con la mia MTB; per i primi 150 metri sale deciso all’interno del bosco fino ad un crocifisso; punto di incrocio con il sentiero che sale da Piano d’Arta. Dopo il crocifisso il sentiero diventa più lieve e anche il fondo migliora; si entra in una favolosa abetaia dove solo alcuni raggi solari riescono a filtrare attraverso le fitte chiome creando un’atmosfera fiabesca. L'ascesa si fa più leggera grazie ai numerosi tornanti che zigzagano in un bosco ora vario, formato da diverse essenze come l’abete, il nocciolo, l’orniello e il castagno. Lungo la salita si incontrano numerosi muretti a secco e terrazzamenti, segno evidente di come questi boschi oramai quasi abbandonati venissero gestiti e sfruttati fin dai tempi antichi. Giunti attorno a quota 1100 mt, il bosco, ormai costituito in gran parte da abeti, lascia spazio ad alcuni esemplari di Larice ed a una splendida faggeta all’interno della quale si possono ammirare numerosi faggi secolari. Ancora qualche minuto di cammino e si giunge nei pressi del bivio per il monte Rivo, qui svoltando verso destra in meno di dieci minuti, attraverso un bosco misto di Faggio e Carpino si raggiunge il nuovo bivacco Lander. Il vecchio bivacco mi piaceva molto; era piccolo, rosicchiato dai ghiri e con la stufa bucata però aveva un suo fascino particolare. Quello nuovo è scintillante, più grande di quello vecchio e per ora (13/11/2016) è fornito di panche, un tavolo e una super cucina economica a legna. Una volta completato diventerà di sicuro uno dei più bei bivacchi del Friuli, sicuramente ci tornerò per un pernottamento. Proprio dietro il bivacco parte l’ultimo pezzettino di sentiero, che in circa dieci minuti porta ad una piazzola panoramica attrezzata con panca, tabellone informativo e campana. Il sentiero in questo tratto è abbastanza ripido, corre proprio sul filo della nicchia di frana che al ritiro dei ghiacci (10000 anni fa) provoco la formazione di un lago nella sottostante valle del But. Dalla piazzola posta a quota 1220 metri, si può osservare tutta l’ampia area denudata a forma di anfiteatro, costituita da una serie di gradoni scoscesi. Il paesaggio, molto suggestivo, mostra pinnacoli, torri e bastioni di roccia dalle forme e dimensioni più svariate. Tutto ciò è frutto dell'intensa erosione operata dagli agenti atmosferici su di un versante privo di vegetazione e con una giacitura degli strati orizzontale. Volgendo lo sguardo più a destra si può ammirare la vallata del canale di San Pietro, con i paesi di Arta Terme e di Zuglio, attraversati dal largo bacino del Torrente But. Nonostante questo itinerario non porti molto in alto e principalmente si sviluppi su versanti boscosi è in grado di regalare scorci e panorami davvero interessanti sulla vallata sottostante e sulle principali cime della zona. Dalla piazzola per tornare indietro si utilizza lo stesso sentiero, una pausa al bivacco è d’obbligo, soprattutto quando qualcuno ha già acceso il fuoco e sta arrostendo le castagne sullo spolert. Per tornare all’auto si utilizza lo stesso sentiero percorso all’andata; è possibile tuttavia accorciare un tratto sfruttando un sentiero non segnato, che una trentina di metri dopo il bivacco devia sulla sinistra per un pendio erboso abbastanza ripido. Resoconto: Escursione adatta a tutti, su sentiero semplice e ripido solo per i primi 200 metri; molto interessanti i paesaggi attraversati e la sugestiva nicchia di frana con i campanili.
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Gennaio 2020
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