Il ritrovo è fissato alle 8:45 a Tolmezzo; il celo è ancora grigio ma verso nord ovest le nuvole iniziano ad aprirsi. Durante la notte ha nevicato abbastanza e verso metà mattina le previsioni mettono bel tempo. La metà è decisa, proveremo a raggiungere casera Plotta percorrendo la strada forestale che passa per casera Val di Collina. Lasciamo l'auto nei pressi del terzo tornante della strada per il passo di monte Croce Carnico, ci sono almeno trenta centimetri di neve fresca e quindi indossiamo fin da subito le ciaspole. Appena dopo la partenza incontriamo un bivio dove manteniamo la destra proseguendo in costante salita lungo la strada forestale attraverso un fitto bosco di abeti e di faggi carichi di neve. Il sole inizia a fare capolino tra le nuvole ma folate di vento gelido non permettono ancora di togliere le giacche. Dove il bosco è più fitto le ciaspole grattano a volte su qualche sasso, ma nel complesso c'è sufficiente neve e procediamo in modo spedito battendo la traccia. Dopo aver costeggiatto un piccolo torrente l'ambiente in cui ci muoviamo cambia repentinamente; un'ampia radura si apre davanti a noi dove un lungo rettilineo ci porta a sfiorare i resti di un edificio. Il rettilineo termina con due tornanti in corrispondenza della fine della vallata, superiamo un rio quasi ghiacciato e affrontiamo in leggera salita il breve tratto fino a casera Val di Collina (1.450 m). La casera, ormai abbandonata, sorge in un pianoro estremamente panoramico e domina l'intera parte alta della vallata del But regalando una bellissima cartolina raffigurante il Polinik, il Pal Piccolo, il Pal Grande, il Cuelat, Cima Avostanis, la Creta di Timau, il Gamspitz, il Monte Terzo ed il Cimon di Crasulina. Dopo un paio di foto riprendiamo la marcia, ora il quantitativo di neve inizia ad aumentare e la fatica sale; sempre sulla strada forestale copriamo circa duecento metri di salita fino a raggiungere un bivio, a sinistra si va a casera Collina Grande, proseguendo sulla destra si giunge alla Casera Plotta. La strada in questo tratto costeggia un pendio abbastanza ripido ma la temperatura rigida e la mancanza di scariche di neve ci permettono di proseguire senza troppe preoccupazioni. Man mano che avanziamo la vista si apre sulla cima del monte Floriz finchè anche il rifugio Marinelli diventa ben visibile; siamo quasi giunti a destinazione, ancora un tornante ed ecco Casera Plotta (1.760 m). Il panorama è meraviglioso, davanti a noi si stagliano il monte Floriz, il Pic Chiadin, la Creta Monuments e la creta di Collinetta; il manto nevoso è di tutto rispetto, le staccionate della casera sono sommerse per più della metà. La casera è chiusa ma il ricovero invernale ci fornisce un po' di riparo dal vento freddo che ogni tanto si leva impetuoso; il ricovero è fornito di tavolo, panche, stufa e legna. Dopo aver mangiato qualcosa ed esserci riposati un pochino ripartiamo in direzione della casera Collina Grande, l'idea è quella di scivolare lungo il pendio fino ad intercettare la strada forestale che sale alla casera. Perdiamo quota rapidamente finchè non intercettiamo la strada; la seguiamo verso sinistra, superiamo un guado e siamo di nuovo all'incrocio con la strada percorsa in salita. Ora ripercorriamo la stessa strada dell'andata; superiamo casera Val di Collina e proseguiamo fino al primo tornante nel bosco dove prendiamo il sentiero cai 161 che attraverso il bosco ci fa risparmiare un po' di strada. Le ciaspole ormai non servono più, ancora una decina di minuti e siamo di nuovo all'auto. Resoconto: Itinerario molto appagante dal punto di vista dei paesaggi, si parte in un bellisimo bosco per giungere alla radura di casera Val di Collina dove si apre uno splendido panorama sulla valle del But. Proseguendo si supera il limite del bosco attraversando i pascoli alpini coperti da una continua coltre candida. L'itinerario fino a casera Plotta è abbastanza lungo e se la traccia non è battuta può risultare faticoso; dopo casera Val di Collina la pendenza del versante lungo la strada aumenta ed esiste la posibilità che si formino delle slavine.
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Finalmente dopo un paio di anni scarsi in termini di precipitazioni nevose quest'anno tutto l'arco Alpino è stato imbiancato verso metà novembre; ora con ulteriori nevicate e con l'abbassamento delle temperature le condizioni per ciaspolare sono delle migliori. Per questa domenica abbiamo scelto di salire a malga Glazzat, utilizzando la strada forestale che parte nei pressi di sella Cereschiatis. Poco lontano dallo spiazzo dove abbiamo lasciato l'auto parte la strada forestale di servizio per la malga; il paesaggio è splendido, i pini sono carichi di neve e tutto è coperto da una coltre bianca. Indossiamo fin da subito le ciaspole e iniziamo a seguire il binario già tracciato, temevo di dover battere la traccia ma qualcuno ci ha già preceduti, probabilmente il giorno prima. La strada avvolta nel bosco ci porta a compiere alcuni saliscendi, superiamo un paio di canaloni di scarico acqua e una piccola casupola per il fieno. Ora la strada inizia a salire, con un paio di tornanti guadagnamo quota rapidamente fino a raggiungere i margini di un'ampio pascolo; siamo giunti nei pressi di malga Glazzat Bassa. Seguendo la traccia nella neve puntiamo verso il centro della radura fino a raggiungere una panchina con tavolino quasi sommersi dalla neve. Da questo punto possiamo scegliere, o proseguiamo percorrendo la strada o utilizziamo il sentiero che permette di tagliare un tornante. Visto la traccia già battuta optiamo per il sentiero, dalla panca puntiamo dritti il bosco dove ci inoltriamo superando alcuni rami bassi piegati dalla neve. Tutto è coperto da una spessa coltre di neve, i rami carichi si piegano e rendono il passaggio angusto; sembra di essere a Narnja. Superato un breve tratto ripido il sentiero piega a destra e dopo un traverso esce dal bosco, passiamo accanto ad un abbeveratoio e rincontriamo la strada che sale da Galzzat Bassa. La nostra meta non dista molto ormai, siamo in marcia da poco più di un'ora e per allungare un po' decidiamo di riprendere la strada forestale che in leggera salita ci porta ad aggirare il monte Glazzat. Giunti ad un crocevia seguiamo le indicazioni per la malga e in pochi minuti sbuchiamo nella radura sommitale, il panorama che si apre davanti a noi è maestoso; tutte le cime fino a valle sono imbiancate. Verso est spicca la lo Jof di Miezegnot e dietro, inconfondibile, lo Jof di Montasio, poco più a destra si apre l'ampio vallone dei Gleris poi in basso la val Aupa e la valle di Pontebba. La malga d'inverno è chiusa ma sono presenti diversi tavoli all'esterno; con l'aiuto di una ciaspola ripuliamo una porzione di tavolo dalla neve e ci fermiamo per mangiare i nostri panini. La giornata è splendida, il cielo è di un blu intenso e al sole si sta bene anche se ogni tanto si alza una leggera brezza artica. Dopo un oretta di sosta ripartiamo; per scendere decidiamo di scivolare lungo i prati proprio al di sotto della Malga, saltellando nella neve fresca in breve intercettiamo la forestale dove ritroviamo il bivio per il sentiero nel bosco. Giunti a Glazzat bassa riprendiamo la strada percorsa all'andata; ora all'ombra inizia a fare freddo, aumentiamo il passo ma subito ci fermiamo, a pochi metri da noi due caprioli risalgono il bosco e attraversano la strada balzando agili nella neve. Felici per questo bel incontro proseguiamo fino a raggiungere nuovamente la strada asfaltata, dove togliamo le ciaspole e riprendiamo l'auto. Resoconto: Itinerario facile che permette di ciaspolare attraverso un bellissimo bosco e consente a tutti di raggiungere la panoramica radura dove è situata la Malga. Il dislivello è minimo e la meta è frequentata, quindi è facile trovare una traccia già battuta. La malga d'inverno è chiusa ma ci sono diversi tavoli esterni che possono essere utilizzati. Il punto di partenza si può raggiungere da Pontebba oppure da Moggio, parcheggio abbastanza ampio in prossimità di Sella Cereschiattis.
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Gennaio 2020
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