Superata Valbruna risaliamo la parte bassa della Val Saisera, lasciamo sulla destra la ex polveriera, attraversiamo il ponte fino a raggiungere il parcheggio della Malga Saisera nei pressi di una cappella, dove lasciamo l’auto. La prima cosa che notiamo è la neve presente al suolo, che dona al bosco ed ai versanti un aspetto tipicamente invernale, assente per ora in molte delle nostre vallate. Proprio dietro la cappelletta imbocchiamo il sentiero che porta al rifugio Grego, il sentiero risale il bosco di faggio incontrando la strada forestale un paio di volte finché usciti dal bosco vediamo il rifugio. Facciamo una rapida pausa per ammirare le pareti nord del Montasio e l’imponente nicchia di frana sulla parete nord del Buinz. Imbocchiamo il cai 651 dietro il Grego, ora la copertura nevosa del suolo si fa più presente, la traccia è già battuta e in breve ci troviamo a costeggiare il laghetto di Somdogna ghiacciato. Ancora qualche minuto e raggiungiamo il bivio con il sentiero cai 610, che porta in cima allo Jof di Somdogna. Prima di continuare sul 610 decidiamo di calzare le ghette, ora la copertura nevosa è maggiore e sembra che nessuno abbia intrapreso il sentiero prima di noi. Fino a quota 1.600 metri risaliamo il pendio con diverse svolte e alcuni tratti ripidi, non si sprofonda molto nella neve e riusciamo a tenere un buon passo. Giunti nei pressi dei ruderi di un edificio militare il bosco si apre in una piccola radura e possiamo scorgere la croce di vetta, ora il sentiero è meno ripido ma la quantità di neve al suolo aumenta. Proseguiamo con alcuni sali scendi fino ad un traverso che superiamo con un po’ di attenzione, verso quota 1750 metri il sentiero ritorna ad essere più ripido così decidiamo di calzare i ramponi. Risaliamo decisi il canalino fino ad una selletta dove si apre una splendida vista sul Montasio; continuiamo la salita tra i mughi, ora siamo un po’ esposti, dobbiamo prestare la massima attenzione a non scivolare. Continuiamo e facciamo molta attenzione a dove piantiamo i ramponi, la neve c’è ma la roccia non è del tutto coperta. Un ultimo sforzo ed ecco le prime costruzioni della Grande Guerra, alcuni muretti e il piccolo rifugio Köpfach ricavato da un vecchio osservatorio. La cima dista pochi minuti, non appena la raggiungiamo veniamo investiti da alcune forti raffiche di vento gelato. Abbiamo giusto il tempo per ammirare la splendida vista a 360 gradi sulle Giulie e sui monti del tarvisiano e poi riscendiamo verso i ruderi del versante ovest per cercare riparo dal vento. Giunti nei pressi di un vecchio edificio, aggiriamo la cima verso sud passando per i vecchi camminamenti e attraverso le trincee; non oso immaginare quanto abbiano sofferto i soldati cento anni fa. Ritornati al ricovero Köpfach ci concediamo una pausa panino che dura fin quando il sole sparisce dietro il Re e la temperatura da accettabile diventa gelida. Con molta attenzione riscendiamo fino alla selletta e poi giù velocemente fino al bivio per lo stesso percorso dell’andata. Superato il laghetto in breve siamo al Grego, il rifugio è aperto e decidiamo di concederci una birra, la vista che si gode dalla sala del rifugio è davvero notevole e al caldo della stufa si sta proprio bene. Finita la birra a malincuore ripartiamo per raggiungere l’auto, un po’ di attenzione nei tratti ghiacciati e siamo di nuovo nel parcheggio di Malga Saisera. Resoconto: Itinerario ricco dal punto di vista storico, facile da percorrere nella bella stagione, diventa più impegnativo in invernale. Gran parte del percorso si svolge su versante nord, in caso di molta neve si possono utilizzare le ciaspole fino a quota 1700 metri, poi meglio proseguire con i ramponi.
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L’obiettivo della gita odierna era quello di salire sulla cima dell’Osternig, ma le forti raffiche di vento che soffiavano a sella Bistrizza ci hanno fatto cambiare idea. Una volta raggiunto il villaggio alpino (Feistrizer Alm) abbiamo fatto visita alla cappella della Madonna della Neve e siamo rientrati all’auto per il medesimo percorso. La giornata si presenta limpida e non troppo fredda, la neve ancora scarseggia sulle Alpi ed è presente solo nelle zone dove non batte il sole. Dal parcheggio situato nella zona dove sorgeva il vecchio Rifugio Nordio-Deffar (1210 m.), ci incamminiamo lungo la strada forestale che costeggia il rio Uqua e dopo alcuni ripidi tornanti deviamo a sinistra per imboccare il sentiero CAI 507 che permette di accorciare il tempo di salita. Il sentiero sale nel bosco di abeti alternando tratti ripidi e sconnessi a tratti più scorrevoli fino a che non si ricongiunge con la strada forestale nei pressi di una cascata del rio Uqua. Ripresa la strada, in pochi minuti siamo al rifugio Nordio; la strada in alcuni punti è ghiacciata e dobbiamo fare un po’ di attenzione, il rifugio è aperto e decidiamo di fare un beve pausa caffè. Appena dietro il rifugio, a quota 1410 metri, ritroviamo il sentiero (CAI 507) che attraversa nuovamente il Rio Uqua su di un ponticello e sale a tornanti in un bosco rado di abete rosso. Il sentiero in alcuni punti è ghiacciato, ma prestando attenzione è possibile camminare su neve non ghiacciata che fornisce un buon grip, calzare i ramponi a 12 punte sarebbe davvero eccessivo. Man mano che saliamo il bosco si fa più fitto e la pendenza del sentiero cala, ora al suolo non c’è più ghiaccio e possiamo salire più spediti; alcune forti raffiche di vento iniziano a scuotere le cime e a far scricchiolare i tronchi. Dopo poco più di mezz’ora di cammino dal rifugio, il bosco improvvisamente si fa più rado fino a scomparire quando si incontra l'ampio e bellissimo pascolo di malga Bistrizza (1718 m.). Una volta fuori dal bosco veniamo colpiti da forti raffiche di vento freddo, raggiungiamo quindi rapidamente il villaggio austriaco di Feistrizer Alm (1700 m.) per trovare un po’ di riparo e decidere cosa fare. Da quando abbiamo abbandonato il bosco la quantità di neve è aumentata, nelle zone dove non batte il sole ci sono parecchi centimetri ma la copertura non è omogenea. Dopo una rapida consultazione decidiamo di rinunciare alla cima e attraverso una vecchia mulattiera di guerra, ci incamminiamo verso la cappella della Madonna della Neve (1750 m.), bellissima chiesetta edificata nel 1911 da un carinziano di Festritz a.d. Gail. In dieci minuti raggiungiamo l'edificio, dal quale si può ammirare uno splendido panorama sui monti delle Alpi Giulie, della catena della Caravanche e sulla valle del Gail. Qui il vento è meno forte e al sole non fa troppo freddo, decidiamo quindi di fare una breve pausa e mangiare uno spuntino. Consultando la carta noto che è possibile chiudere un anello passando per sella Pleccia, ma non conoscendo il sentiero e vista la presenza di ghiaccio sui versanti a nord decidiamo di ritornare a valle per la strada dell’andata. Affrontiamo di nuovo le raffiche di vento da sella Bistrizza fino all’interno del bosco, scendiamo cauti nei tratti ghiacciati e siamo di nuovo al rifugio Nordio; non ci resta che percorrere la strada e l’ultimo tratto di sentiero fino al parcheggio.
Resoconto: Facile itinerario percorribile anche con le ciaspole in caso di buon innevamento. Il giro può essere allungato con la salita al monte Osternig, dalla Sella Bistrizza in prossimità del villaggio alpino (Feistrizer Alm) si può prende il sentiero CAI 481 che permette di raggiungere la cima in un'ora. Dalla chiesetta si può chiudere un percorso ad anello per tornare al parcheggio, transitando per forcella Pleccia proseguendo sul sentiero CAI 507. Per raggiungere il punto di partenza, da Ugovizza si imbocca la rotabile che risale il vallone omonimo, si percorre tutta la strada per arrivare al parcheggio dove termina il tratto consentito agli automezzi.
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Gennaio 2020
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