“Il Montasio è il più grande e possente. Da qualunque parte lo si guardi non si troverà un lato che per via di aggruppamenti lo faccia apparire mediocre o meschino…e quando appare, non si ricorre alla carta per identificarlo: è lui, non c'è dubbio, è il Montasio”. J. Kugy Messi gli scarponi e indossato lo zaino iniziamo la nostra escursione poco distante dal agriturismo Malga Montasio (1500 mt); senza cercare la traccia tagliamo per i pascoli verso Forca dei Disteis. Dopo mezz'oretta e un paio di marmotte infastidite incrociamo il sentiero di salita che arriva dal rifugio di Brazzà. Ora la pendenza aumenta e il sentiero prosegue altalenante fino alle strette svolte proprio sotto la forca dei Disteis (2201 mt). Siamo in marcia da più di un'oretta e purtroppo, a differenza di quando siamo partiti, diversi nuvoloni bianchi e molto veloci ci nascondono lo splendido panorama sulle imponenti bancate calcaree del Montasio. Arrivati alla Forca il sentiero sfiora un impressionante gola dove alcuni stambecchi si muovono agilmente facendo rotolare in basso una gran quantità di pietre. Continuiamo a salire ora su ghiaia, fino alla deviazione che ci porta a tagliare con un traverso il ghiaione per raggiungere la base delle grandi pareti rocciose del Montasio. Ora siamo proprio sotto le pareti rocciose, è giunto il momento di indossare il casco; iniziamo a salire il sentiero che zigzagante prosegue verso destra e ci permette di superare alcuni gradoni rocciosi. Continuiamo a seguire i bolli rossi che ci indicano la via, lasciata sulla destra la deviazione per il sentiero Leva ci infiliamo in un canalone che ci porta fino alla base della scala Pipan (2550 mt). All'attacco lo spazio non è molto ma riusciamo comunque ad indossare gli imbraghi; siamo immersi in una nube che rende l'atmosfera cupa e freddolosa, verso l'altipiano ogni tanto si apre qualche scorcio di panorama. L'attacco è composto da alcuni pioli per superare uno sperone roccioso, poi inizia la vera e propria scala: due grosse funi metalliche lunghe un centinaio di metri sulle quali sono stati fissati i pioli. Superato il primo tratto lasciamo passare alcune persone in discesa per poi percorrere l'ultimo spezzone della scala. Giunti alla fine superiamo l'ultimo tratto roccioso aiutati in parte da funi metalliche fino a raggiungere la cresta sommitale. Camminiamo ora sul filo di cresta, gli strapiombi sono colmi di nubi che però verso nord sono meno insistenti e permettono di ammirare i monti della val Dogna, Saisera e del tarvisiano. Dopo circa 15 minuti dal termine della scala, siamo in cima (2753 mt). Dopo un po' decidiamo di ripartire scendendo per il canalone Findenegg; dalla vetta proseguiamo camminando verso ovest su di una porzione di cresta magnifica, aerea e molto esposta dove bisogna prestare attenzione anche se la via è piuttosto larga. Superata una prima parte relativamente facile il percorso si fa più impegnativo, con salti di roccia e piccoli passaggi di primo grado che oltrepassiamo con calma e molta attenzione. Lungo il canalone è difficile non far cadere un po' di sassi, probabilmente la salita da questa via sarebbe stata più semplice. Usciti dal canalone percorriamo delle cenge aeree collegate da brevi passaggi di primo grado, ancora qualche salto di roccia e infine incrociamo il sentiero che arriva dalla cengia Grande. Qui le nuvole sono meno insistenti e possiamo godere di una splendida vista sui Curtissons e sul monte Zabus; a questo punto una visita al bivacco Suringar (2430 mt) è d'obbligo. Da questo punto in poi le difficoltà tecniche calano, ad ogni modo l'attenzione va tenuta alta; torniamo sui nostri passi fino al bivio per il canalone Findenegg e proseguiamo dritti per imboccare la Grande Cengia. Puntiamo decisi la Torre Disteis che aggiriamo per portarci sul lato sud del massiccio, ancora qualche passaggio delicato su roccia e balze erbose e siamo di nuovo nei pressi di forca Disteis. Per rientrare all'altopiano decidiamo di divertirci un po' sfruttando il ghiaione pensile; con rapidi balzi scivoliamo sulle ghiaie perdendo rapidamente quota e raggiungendo ben presto la zona erbosa. Da qui tocca camminare, ripreso il sentiero dell'andata in circa quaranta minuti siamo di nuovo al parcheggio.
Resoconto: Itinerario per escursionisti esperti con tratti attrezzati (EEA) che alterna una prima parte su sentiero facile e una seconda parte in ambiente roccioso dove serve passo sicuro. Consiglio di seguire l'itinerario in modo inverso a quanto sopra descritto; ritengo sia più semplice percorrere il canalone Findenegg in salita.
1 Comment
alessandro
3/7/2018 17:40:38
Una domanda (sapendo che la risposta non può che essere un'indicazione di massima dipendente da fattori soggettivi): a parte le difficoltà tecniche in senso stretto, com'è l'esposizione lungo la via Findenegg, paragonandola ad esempio al sentiero Corbellini (avendo visto il tuo ottimo video...). Grazie e complimenti
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