La carta topografica e la bussola sono da sempre compagni indispensabili per l’escursionista. Già da diversi anni è apparso sulla scena un nuovo strumento per ricavare la propria posizione; sto ovviamente parlando del ricevitore GPS cartografico. Con il calo dei prezzi, mappe digitali sempre più complete e una precisione molto alta, il GPS è sempre più diffuso tra chi pratica l’escursionismo e pian piano sta prendendo il posto di carta e bussola. La tecnologia GNSS (Global Navigation Satellite System) ha fatto passi da gigante, garantendo precisioni molto alte anche per antenne piccole e ormai chiunque possiede uno smartphone che, tramite app, può essere trasformato in pochi minuti in un GPS cartografico. La diffusione del GPS ha portato l’escursionista a poter scegliere tra due sistemi per l’orientamento; uno classico formato da carta e bussola ed uno tecnologico basato sulla tecnologia GNSS. Di primo acchito si potrebbe pensare che il GPS sia infallibile ed indispensabile e che carta più bussola siano ormai superati e appartenenti ad un’epoca ormai passata; in realtà entrambi gli strumenti hanno dei pregi e dei difetti, così che non è possibile definire in modo certo quale sia il migliore in qualsiasi situazione. Partendo dai pregi del GPS, questo permette di avere in un unico strumento la bussola, la carta, l’indicazione delle coordinate e l’altimetro. Resiste bene alle intemperie e può essere usato facilmente anche in cattive condizioni atmosferiche. Se aggiornato consente l’utilizzo di mappe sempre aggiornate e di tutte le zone. Inoltre fornisce la possibilità di registrare tracce delle uscite, punti di interesse e di sapere il dislivello percorso, anche in tempo reale. Non ostante i molti pregi ci sono anche dei difetti; il GPS racchiude molte funzionalità tutte in uno strumento e se dovesse danneggiarsi o spegnersi si potrebbe restare senza alcuno strumento di navigazione. Inoltre funziona a batterie e queste soffrono gli sbalzi di temperatura o le temperature estreme. Infine con uno schermo di pochi pollici si ha una scarsa visione di insieme e la consultazione non risulta sempre rapida ed agevole. Parlando invece della carta topografica, questa è praticamente eterna se ben conservata, ed assieme alla bussola più eventualmente un goniometro, non necessita di nient'altro per potersi orientare e stabilire una rotta. La carta permette di osservare un’ampia porzione di territorio, è semplice da utilizzare e da leggere, purché si conoscano alcune nozioni base. Per quanto riguarda gli aspetti negativi, in condizioni meteo avverse o con l’oscurità può risultare difficile se non impossibile, consultare la carta e prendere decisioni. La carta può bagnarsi, si può strappare, volare via con il vento o può essere vecchia e quindi non aggiornata rispetto alla realtà. Inoltre per sfruttare al massimo la carta bisogna conoscere nozioni base di cartografia, semplici da imparare ma non sempre intuitive.
Come vedi, per entrambi esistono pregi e difetti. Il GPS cartografico potrebbe sembrare più semplice da utilizzare e più efficace, in realtà per utilizzarlo in modo corretto è altresì importante conoscere le nozioni base sulla lettura della carta topografica e sul funzionamento del sistema GNSS. La carta e il GPS sono entrambi strumenti validi che lavorano bene da soli ma possono anche convivere e sopperire quindi ai difetti di uno e dell’altro. Le carte topografiche solitamente non hanno costi eccessivi, mentre per quanto riguarda i GPS cartografici, questi hanno diversi prezzi che partono da almeno un centinaio di euro. Volendo risparmiare, senza rinunciare ad un buon grado di precisione, tutti gli smartphone possono diventare dei GPS cartografici tramite app (Oruxmap, ViewRanger…), che permettono di utilizzare e consultare cartografia offline. Ormai tutti abbiamo uno smartphone in escursione e questo, unito ad una carta topografica, può formare una coppia vincente per non perdere mai la strada. Leggi anche:
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Marzo 2022
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