Con l’arrivo della primavera frequentando i boschi, ma sempre più spesso anche i nostri giardini, ci sono buone probabilità di incontrare la processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea) o del pino (Thaumetopoea pityocampa). Questo lepidottero, lungo circa 4 cm e appartenente alla famiglia Notodontidae è altamente distruttivo sia per i pini che per le quercie, in quanto le priva di parte del fogliame compromettendo seriamente il loro ciclo vitale. Inoltre nel suo stadio larvale è molto pericolosa anche per l’uomo in quanto presenta una serie di peli urticanti sul corpo che si posono separare facilmente dalla larva nel corso di un contatto o più semplicemente sotto l’azione del vento. Data la particolare struttura uncinata questi peli si attacano facilmete alla pelle o se inalati alle mucose, provocando una reazione urticante dovuta al rilascio di istamina. La reazione provocata dal contatto dei peli sulla nostra cute può essere modesta e durare pochi giorni oppure può assumere notevole gravità, arrivando anche ad uno shock anafilattico con pericolo di morte (edema in bocca e in gola, difficoltà di respirazione, ipotensione e perdita di coscienza). A seconda della zona del corpo interessata, i sintomi sono diversi; in caso di contatto con la pelle si svilupperà una dolorosa eruzione cutanea con forte prurito, in caso di contatto con gli occhi ci sarà un rapido sviluppo di congiuntivite e in caso di inalazione o ingestione si manifesteranno irritazioni alle vie respiratorie o infiamazioni delle mucose della bocca e dell’intestino. In caso di contatto è bene lavare la pelle abbondantemente con acqua e sapone, spazzolare i capelli, cambiare gli abiti (sui quali potrebbero ancora essere presenti peli urticanti) e lavarli ad almeno 60° manneggiandoli con un paio di guanti. In caso di congiuntivite gli occhi devono essere risciacquati abbondantemente per eliminare eventuali peli urticanti; chi dovesse presentare, oltre a sintomi localizzati anche dei problemi generalizzati, quali per esempio malessere, vomito o difficoltà respiratorie dovrà recarsi tempetivamente in pronto soccorso. La processionaria risulta molto pericolosa anche nei confronti dei cani, i quali annusando il terreno possono inavvertitamente venire a contatto con i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto. In caso di contatto è importante procedere con estrema velocità al lavaggio della bocca del cane e delle zone circostanti con una soluzione di acqua e bicarbonato utilizzando una siringa priva di ago e di un paio di guanti monouso in lattice, in modo da semplificare le operazioni e scongiurare un eventuale contagio. Una volta ripulita la zona interessata è necessario consultare immediatamente uno specialista. Il periodo di maggior rischio di contatto con le processionarie può variare in funzione dell’andamento meteorologico stagionale; indicativamente non dura più di un paio di settimane tra la metà di marzo e la fine di maggio periodo in cui solitamente le larve mature abbandonano il nido per trovare un luogo ideale dove formare la crisalide, da cui tra luglio e agosto uscirà una falena innoqua. Il metodo migliore per non avere problemi con quest’insetto è quello di evitare le zone infestate, facilmente riconoscibili per la presenza di nidi setosi di colore bianco, situati solitamente sulle terminazioni dei rami dei pini (Pinus nigra e Pinus Sylvestris). In ogni caso l’elevata presenza di nidi sui rami degli alberi non è sempre direttamente correlata con l’elevata presenza di larve in primavera, infatti a volte la mortalità invernale può essere molto elevata. Per quanto riguarda i cani è consigliabile prestare la massima attenzione durante le passeggiate, tenendo il cane a guinzaglio (obbligatorio per legge) e controlando i suoi movimenti per evitare che metta il muso in luoghi potenzialmente pericolosi.
Curiosità: Il nome comune di tale specie, presente in Europa meridionale e Africa settentrionale, deriva dalla caratteristica abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di processione. Link Utili:
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Marzo 2022
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