La rosa canina è un arbusto spinoso che può raggiungere i due metri d'altezza, facente parte della famiglia delle Rosacee. La si può trovare allo stato selvatico in tutte le zone temperate del mondo ed è la specie di rosa più diffusa in Italia. Cresce in collina ed in campagna, ad altitudini fino a 1600 metri, soprattutto su aree vaste e molto soleggiate ma è possibile trovarla anche al margine di boschi o boscaglie in qualità di arbusto pioniero. Questa rosa fiorisce verso maggio-giugno, con delle rose poco profumate e dai colori tenui, la bacche invece raggiungono la maturazione durante i primi freddi dell'inverno. Le bacche, caratterizzate da un colore rosso e da una consistenza carnosa, sono dei falsi frutti; esse derivano dalla modificazione del ricettacolo fiorale e contengono al loro interno degli acheni che sono i frutti veri e propri della rosa canina. La caratteristica più importante della bacca di rosa canina è il suo altissimo contenuto in vitamina C, infatti a parità di peso, queste vantano 40 volte la vitamina C contenuta nelle arance. La vitamina C è un potente antiossidante che contribuisce a migliorare le nostre difese immunitarie ed a ostacolare i radicali liberi e quindi l'invecchiamento cellulare. Inoltre stimola la sintesi di collagene, una proteina che fa parte del tessuto cutaneo, delle ossa e delle cartilagini, dei tendini e dei vasi sanguigni. Oltre alla vitamina C le bacche contengono anche bioflavonoidi, sali minerali e tannini che rendono le bacche utili in caso di diversi disturbi. I preparati a base di rosa canina quindi sono tonici per il corpo affaticato e sotto stress, sono disintossicanti, antinfiammatori, migliorano la circolazione sanguigna, stimolano il sistema immunitario e grazie ai tannini, contenuti in grande quantità, risultano preziosi per curare fenomeni di natura diarroica. Il periodo migliore per la raccolta è novembre, dopo le prime gelate, in modo da avere un buon contenuto di vitamina C e un gusto non troppo aspro. Una volta raccolte, prima di essere consumate, le bacche vanno aperte per rimuovere i semi interni e i peletti. La bacca è piuttosto piccola e coriacea, per la rimozione dei semi ti consiglio di usare un coltello oppure un cucchiaino e di indossare dei guanti, i peletti sono leggermente urticanti. Per incamerare il maggior quantitativo di vitamina C, il modo migliore è senz'altro quello di mangiare le bacche mature e fresche, cioè appena raccolte e private dei semi interni. Già con l'essiccazione si perde una parte di vitamina C e lo stesso avviene in tutte quelle preparazioni che prevedono l'utilizzo di calore, come i decotti o le tisane. Per la tisana si utilizzeranno i cinorroidi essiccati, circa un cucchiaino da lasciare in acqua bollente per 10 minuti. Per il decotto invece si possono utilizzare i cinorroidi interi, immersi in acqua bollente per 10 minuti oppure mediante l'infusione a freddo; si scalda l’acqua a temperatura corporea e si lasciano le bacche in infusione per 6 ore circa. Le bacche in fine possono essere anche utilizzate per preparare sciroppi, liquori e marmellate.
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Il castagno (Castanea sativa) è un albero molto longevo, diffuso in tutta la penisola nei boschi collinari che vanno dai 200 agli 800 metri sul livello del mare. Presenta una corteccia, di colore grigio-brunastro che tende a screpolarsi con il passare degli anni, le foglie sono di forma lanceolata e con margine seghettato. Questo albero, in passato, ha rappresentato un'importante risorsa per le popolazioni rurali collinari e montane, sia dal punto di vista alimentare sia per il suo legno. Nell'ultimo secolo purtroppo i boschi di castagno si sono ridotti di molto a causa delle mutate condizioni economiche e a causa di una serie di patologie legate all'azione di alcuni parassiti. I boschi di castagno non più gestiti tendono a sparire sopraffatti da altre specie arboree maggiormente competitive. Come detto in precedenza, quest’essenza arborea ha garantito la sussistenza alle popolazioni rurali grazie alle sue peculiarità. Il legno di castagno è molto ricco di tannini, ha un'ottima resistenza all'umidità ed agli agenti atmosferici, non è sensibile alle variazioni di temperature e, per queste ragioni, veniva utilizzato per tutta una serie di costruzioni come serramenti, infissi, travi e paleria varia. Come legna da ardere si comporta bene in caso di buona stagionatura, infatti il suo potere calorico è inversamente proporzionato alla quantità di tannino in esso contenuto (maggiore è la stagionatura e maggiore sarà la resa). Il tannino, estratto dal legno, veniva utilizzato per la concia delle pelli. Il castagno produce frutti denominati castagne, destinate da sempre all’alimentazione umana. La castagna è un alimento molto nutriente ed energetico, molto simile ai cereali dal punto di vista nutrizionale. Ha un contenuto calorico di circa 200 kcal in 100 grammi, è molto ricca di amido, vitamine del gruppo B e possiede una buona percentuale di sali minerali quali: potassio, fosforo, sodio, magnesio, calcio e ferro. Il periodo migliore per la raccolta inizia dalla seconda metà di ottobre. Le castagne si possono mangiare crude, lesse oppure arrostite sul fuoco. Se si lasciano seccare poi si possono macinare per ricavare una farina che può essere usata per varie ricette tra cui il castagnaccio. Riconoscere le castagne non dovrebbe essere un problema, esiste però un albero simile originario dei Balcani, l'Ippocastano (Aesculus hippocastanum). Questo è un albero utilizzato spesso come ornamentale in parchi e giardini, si distingue dal castagno per la forma delle foglie: il castagno le ha semplici, inserite alternate sul ramo, l'ippocastano le ha composte. Sono diversi anche i ricci, quelli del castagno sono ricoperti da aculei sottili molto fitti, quelli dell'ippocastano presentano aculei radi e tozzi. La castagna matta, il seme dell’ippocastano, ha un sapore amaro ed è leggermente tossica quindi non commestibile. |
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Marzo 2022
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