Le vipere presenti in Italia appartengono a cinque diverse specie e tutte sono in grado di produrre veleno in quantità sufficiente per essere considerate pericolose per la vita dell'uomo. Come ho già spiegato nel precedente articolo sulla vipera, la specie più pericolosa per l'uomo è la Vipera dal Corno (Vipera ammodytes), presente in Friuli Venezia Giulia, Veneto e parti del Trentino Alto Adige. Questa infatti possiede un quantitativo di veleno che varia da 10 a 35 mg ed è in grado di inoculare con un morso una quantità media di veleno pari a 7 mg (dose mortale 14 mg), risultando quindi molto pericolosa per bambini, anziani e individui con problemi di salute. Va precisato però che circa il 30% dei morsi di vipera sono “morsi secchi”, ovvero senza inoculazione di veleno che è essenziale per la vita del rettile. L'uomo infatti non rappresenta una preda per il serpente, che quindi non presenta alcun istinto predatorio nei nostri confronti. I casi di morso sono abbastanza rari (le morti ancora di più) e si riconducono a situazioni particolari dove per svariati motivi il rettile viene colto di sorpresa e non ha la possibilità di scappare. Anche se la possibilità di morso è molto bassa è sempre bene sapere come comportarsi: innanzitutto bisogna mantenere il più possibile la calma e assicurarsi che il morso sia effettivamente di vipera. Questo lo si verifica immediatamente se abbiamo visto cosa ci ha morso, oppure osservando la lesione; se vediamo due fori distanziati di circa 0,5 - 0,8 cm siamo in presenza di un morso di vipera. Stabilito che si tratta di vipera bisogna recarsi immediatamente in ospedale o chiamare aiuto e attendere l'arrivo dei soccorsi senza agitarsi. La sede del morso va lavata con acqua (veleno idrosolubile) e disinfettata con sostanze prive di alcool, se possibile si può effettuare un bendaggio a monte della ferita per fermare la circolazione linfatica che veicola il veleno subito dopo il morso. Se il morso è localizzato su di un arto è bene immobilizzare la zona colpita mediante steccatura, sfilando anelli e bracciali prima che il gonfiore indotto dal veleno lo impedisca. Assolutamente da evitare la rimozione del veleno con incisione, spremitura o suzione, l'uso del laccio emostatico e la somministrazione del siero. All'infortunato si possono somministrare bevande eccitanti come té o caffè (caffeina) che aiutano ad evitare un pericoloso calo pressorio, non devono invece essere somministrate bevande alcooliche in quanto l’alcool è un vasodilatatore. Quindi le regole da seguire in caso di morso sono poche e molto semplici, ricorda che vari fattori condizionano la gravità del morso (zona colpita, età, patologie) e che l'avvelenamento raramente ha esiti mortali. I sintomi dovuti al morso compaiono dopo pochi minuti, sono localizzati e consistono in dolore, tumefazione e chiazzatura emorragica (livido). Dopo circa un'ora dal morso compaiono anche gli effetti generalizzati come mal di testa, nausea, vomito, dolori addominali, febbre e difficoltà nei movimenti.
Anche nei casi più gravi c'è sempre il tempo necessario per chiedere aiuto o raggiungere il pronto soccorso, l'importante è mantenere la calma, sapere cosa fare e non sottovalutare un morso che se trascurato potrebbe portare a conseguenze molto gravi. Leggi anche:
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Marzo 2022
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