Spesso, soprattutto a seguito di incidenti in montagna o calamità naturali sentiamo parlare di soccorso in montagna o di soccorritori appartenenti al Soccorso Alpino. Con il termine generale di soccorso alpino si indica quell'insieme di operazioni messe in atto per portare soccorso alle vittime di incidenti o di malanni in montagna o, più generalmente, in luoghi impervi dove i normali soccorsi non possono arrivare. Il soccorso alpino per cui svolge operazioni di ricerca, salvataggio e primo soccorso di dispersi, feriti o ammalati in ambiente montano e ipogeo, dove sono richieste particolari conoscenze e capacità.
In Italia il soccorso alpino viene svolto dagli uomini del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S.) in collaborazione con le squadre del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (SAGF), degli specialisti SAF del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e dall'unità Search And Rescue Alpini dell'Esercito italiano. Il CNSAS è sezione nazionale del Club Alpino Italiano (CAI) e dal 1995 a seguito della pubblicazione della legge n.225 è anche una Struttura Operativa del Servizio Nazionale della Protezione Civile e per questo presta attività al di fuori dell’ambiente montano in caso di calamità naturale, svolgendo un servizio di pubblica utilità.
Questo è in breve il soccorso alpino, ma nell'articolo di oggi non voglio addentrarmi nella sua storia, organizzazione e legislazione, bensì mi preme fornire alcune informazioni utili sul comportamento da tenere nella malaugurata ipotesi di incidente e sul corretto modo per chiedere l'intervento dei soccorritori.
I soccorsi vanno allertati quando si ritiene che, per incidenti od altro, sia seriamente compromessa l’incolumità delle persone coinvolte ed è bene ricordare che ogni intervento costituisce un dispendio di energie e spesso mette in situazione di pericolo gli stessi soccorritori. Qualora ve ne fosse la necessità la richiesta d'aiuto andrà effettuata utilizzando il numero unico per l'emergenza sanitaria, in Italia il 118. Da febbraio 2017 alcune regioni hanno già istituito il numero unico di emergenza europeo (NUE 112) con il quale, indipendentemente dal tipo di emergenza, è possibile inviare la richiesta d'aiuto ad un operatore che raccoglierà la chiamata, ne valuterà la gravità e invierà sul posto i servizi competenti. Dal 2016 per sistemi Android e IOS è disponibile il servizio di geolocalizzazone “GeoResQ” che consente di determinare la propria posizione geografica in e in caso di necessità inoltrare delle richieste di soccorso. Tale servizio è gestito dal CNSAS e da gennaio 2017 l’applicazione sarà gratuita per tutti i soci del CAI. Inoltre è bene sottolineare anche che chiunque intercetti una richiesta di soccorso, ad esempio aderendo al progetto Rete Radio Montana, dovrà trasmetterla tempestivamente alla centrale operativa in modo da mobilitare i soccorsi nel più breve tempo possibile.
Una volta in contatto con la centrale operativa sarà indispensabile rispondere nel modo più chiaro e completo all’operatore che vi farà una serie di domande mirate a raccoglie dei dati fondamentali per l’ottimizzazione dell’intervento stesso. Le informazioni che dobbiamo comunicare in modo rapido ma senza panico possono essere riassunte in dieci punti:
La chiamata sarà impostata come un’intervista durante la quale l’operatore vi porrà domande precise e dirette, alla fine delle quali vi dirà cosa fare per portare un primo soccorso all’infortunato nell’attesa dell’arrivo dei soccorritori.
Qualora le condizioni meteo lo permettano e l’infortunio occorso ne giustifichi l’utilizzo, il soccorso verrà effettuato con l’impiego dell’elicottero. Tale intervento, svolto in ambiente montano, è da considerarsi sempre ad elevata criticità, pertanto è opportuno conoscere alcune semplici regole di comportamento per non intralciare le operazioni di soccorso. Se il terreno lo permette l’elicottero effettuerà una manovra di atterraggio; in questo caso sarà necessario sgomberare l’area allontanandosi in posizione di sicurezza rimanendo fermi fino alla fine dell’intervento. Quando il terreno non permette l’atterraggio il pilota può decidere di adottare una manovra in volo stazionario (hovering) con o senza l’uso del verricello; tale manovra risulta particolarmente delicata ed impegnativa e anche in questo caso nessuno deve avvicinarsi alla zona dove opera la squadra di soccorso. Infine è importante sapere che esiste una segnalazione convenzionale per comunicare con l’elicotterista quando esiste un contatto visivo e non è possibile quello acustico (immagine sopra); ad ogni modo nonostante le indicazioni che potremmo fornire sarà sempre il pilota a decidere il luogo di atterraggio e la manovra da effettuare. Nessuno di noi vorrebbe mai dover effettuare questo genere di chiamata ma come dovresti sapere la componente di imprevedibilità è sempre presente. L’importante come in altre occasioni è mantenere la calma, rispondere in modo chiaro durante la telefonata, assistere nel miglior modo possibile l’infortunato e non intralciare le operazioni di soccorso. Fonti e link utili: Leggi anche:
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