Ore 8:16 presso l’hotel Carnia, questo è il punto di ritrovo per la prima escursione del 2017. La meta sarà la creta dei Rusei in val Alba con un itinerario rivisitato rispetto a quello tradizionale, raggiungeremo la cima passando per il panoramico sentiero Palis d’Arint. Superato Moggio Udinese si percorre la strada della val d’Aupa fino all’incrocio per l’abitato di Pradis da dove parte la strada che in circa 5 km raggiunge il parcheggio posto a quota 1040 metri. Dal parcheggio seguiamo il CAI 428a che attraverso una faggeta ci porta fin sul greto del rio Alba per poi risalire al rifugio Vualt, durante il percorso si incontrano le deviazioni per il CAI 450 e per il ricovero Bianchi. In circa mezz’ora siamo al rifugio; situato in una panoramica radura presenta all’esterno una fontana e un grande tavolo, all’interno il vecchio e fumante fogolar è stato sostituito da un efficiente spolert in muratura. Dopo una breve sosta per togliere le giacche ripartiamo prendendo il CAI 425 proprio dietro il rifugio e in circa venti minuti raggiungiamo forcella Vualt immersi in una spettacolare faggeta composta da innumerevoli fusti coetanei. Qui veniamo accolti da un vento glaciale che ci porta ad imboccare rapidamente sulla destra il sentiero bollinato di blu “Palis d’Arint”; da subito la pendenza è impegnativa, il sentiero percorre piccole cenge, si inerpica lungo canaloni erbosi contornati da verdi mughi fino ad arrivare a brevi passaggi in cresta sempre in sicurezza e mai troppo esposti. Durante l’ascesa i versanti si alternano permettendo di godere di splendidi scorci sulla Grauzaria verso ovest, sul Chiavals e lo Zuc dal Bor verso est. Superato l’ultimo faticoso canale erboso giungiamo sul monte Vualt (1725 m), piccola cima panoramica su cui si erge un’essenziale croce in legno. Davanti a noi appare il piccolo ricovero Ciasut dal Scior (1744 m), gestito in modo impeccabile dai volontari di Dordolla, che raggiungiamo in pochi minuti scendendo dal monte Vualt. Dopo un paio di foto e un bicchiere di tè caldo ripartiamo per la nostra meta seguendo il CAI 422 che in discesa su di un sentiero perfetto ci porta a lambire la forcella Forchiadice (1612 m) prima di riprendere la salita verso la creta dai Rusei attraverso il CAI 425. L’ambiente in cui ci muoviamo è cambiato, il sentiero prende quota ricalcando una vecchia mulattiera attraverso i mughi su terreno roccioso e friabile, poco prima dei resti della casermetta a quota 1890, si stacca sulla sinistra la traccia segnalata (segno rosso giallo) che sale alla creta dei Rusei. Tale deviazione permette di raggiungere la vetta (1920 m) e richiede attenzione per l’esposizione e per un tratto ripido detritico. Dalla cima si gode di un ampio panorama, dietro il Chiavals si riconosce il massiccio del Montasio e il gruppo del Canin; verso la Carnia, Grauzaria e Sernio si ergono maestosi in primo piano, apena dietro fa capolino lo Zoncolan percorso dalle bianche piste, oltre i giganti austriaci con le vette imbiancate. Scesi dalla cima e tornati sulla mulattiera proseguiamo verso sinistra per raggiungere i resti di una casermetta militare e di una galleria che trafora la montagna, dopo averla visitata proseguiamo sempre sul CAI 425 verso forcella della Vacca. Dopo aver perso un centinaio di metri giungiamo sotto una parete verticale alla base della quale ci sono i resti di un piccolo ricovero, poco dopo sulla destra parte una vecchia traccia segnata con qualche sporadico pallino blu (tratteggio nero su Tabacco). In perfetto stile “ravanage” scendiamo rapidamente seguendo la traccia molto sdrucciolevole a causa dei detriti, cinque camosci non sembrano molto infastiditi dalla nostra presenza e continuano la loro ascesa su di un canalone impervio. Superato il tratto detritico la traccia vira nel bosco, ora il passo è più sicuro e spedito, in breve sbuchiamo proprio dietro l’ex ospedale militare. Da qui seguendo prima il sentiero che ricalca il percorso del gasdotto e poi la strada forestale ripassiamo per il rifugio Vualt e torniamo al parcheggio, molto soddisfatti per aver compiuto questo insolito anello. Resoconto: La val Alba è un piccolo gioiello collocato nel settore orientale delle Alpi Carniche meridionali, racchiude in sé un notevole esempio di ambiente alpino pressoché incontaminato che può essere visitato attraverso diversi percorsi ad anello. L’itinerario qui proposto permette di attraversare tutti gli ambienti caratteristici di questa valle, richiede però un buon allenamento e una certa capacità di passo su ambiente roccioso.
2 Comments
Michele
10/1/2017 02:26:41
Belle foto... bel giro!
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The mountain rambler
10/1/2017 19:20:02
Ciao, grazie! La val Alba mi piace un sacco, è selvaggia al punto giusto:)
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