Verso fine primavera sono venuto a sapere che il rifugio ANA Monteaperta sarebbe stato aperto ogni giorno durante la bella stagione (estate 2018), diventando a tutti gli effetti un rifugio gestito. Mi sono quindi ripromesso che sarei passato almeno una volta prima della chiusura autunnale. Il primo tentativo di salita al rifugio, compiuto a luglio partendo da Montemaggiore è fallito a causa del peggiorare delle condizioni meteo nei pressi di Punta di Montemaggiore. Giunto al 20 di settembre ho deciso che dovevo tentare di nuovo, anche se le previsioni meteo per la domenica non erano molto favorevoli. Questa volta per la salita ho deciso di partire dal passo di Tanamea, seguire il CAI 711, poi il 711a e infine una vecchia traccia che passa per i ruderi degli stavoli Cecchin, risegnata proprio quest'anno con bolini rossi da Alessandro, il gestore del rifugio. Una volta sveglio guardo fuori dalla finestra e il tempo non è dei migliori, la catena del Gran Monte è completamente coperta dalle nubi, pioviggina e non si vedono spiragli di bel tempo. Decido comunque di partire verso Tanamea, magari per strada il tempo migliora. A Tarcento pausa caffè, qui non piove e la strada è asciutta. Dopo mezz'oretta sono a Tanamea dove lascio l'auto poco prima del divieto di transito nei pressi della vecchia pista da sci. Il primissimo tratto consiste in una strada forestale che seguo fino ad un guado dopo il quale giro a destra seguendo il cartello per il rifugio. La giornata è uggiosa e molto umida, sono equipaggiato per la pioggia ma in cuor mio spero proprio di non prenderla. In circa venti minuti raggiungo il primo bivio dove giro a sinistra per intraprendere un lungo traverso nel bosco di faggio accompagnato dai numerosi bramiti dei cervi. Il sentiero è sempre ben segnato e visibile sul terreno, a tratti presenta una buona pendenza e ci sono dei punti rovinati che devo affrontare con attenzione. Giunto a quota 1.100 metri trovo le indicazioni per il rifugio attraverso il CAI 711a e le indicazioni messe da Alessandro per il sentiero bollinato. Decido di seguire quest’ultimo; sul terreno la traccia non è molto visibile ma sono presenti molti bollini che seguo con attenzione per non perdere la via. Continuo per un tratto fino a giungere ad una nuova indicazione per il rifugio, mantengo alta la concentrazione per non perdere i bollini e per non scivolare, il suolo è ricoperto da foglie ed è molto umido. Continuo su salita più decisa sempre più avvolto dall’umidità fino a che, terminato il bosco, raggiungo i ruderi di alcune vecchie casere. Qui il sentiero migliora decisamente, sul terreno è facilmente individuabile la traccia che in circa mezz’ora mi porta nei pressi del rifugio. La nebbia è molto fitta, la visibilità dovrebbe essere intorno ai venti metri, è decisamente inutile proseguire fino in cresta. Decido quindi di raggiungere il rifugio dove vengo accolto sulla soglia da Alessandro che mi invita ad entrare. Il rifugio è molto grande ed è diviso in due parti, una è sempre aperta e adibita a ricovero di emergenza, mentre la parte più ampia è gestita come un qualsiasi rifugio alpino. Alessandro è molto simpatico e pieno di idee, mi fermo a chiacchierare con lui per un po’ e alla fine mi fermo anche per pranzo. Dopo un bel piatto di pastasciutta riparto per tornare a valle sempre immerso nella nebbia, per il rientro prendo il CAI 711a, anche questo ben segnato ma un po’ rovinato in alcuni punti a causa della natura franosa del terreno. Perdendo quota esco dalla nebbia ma l’umidità resta alta e per il periodo continua a fare caldo, in circa un’ora e mezza sono di nuovo all’auto; non mi resta che guidare fino a casa.
Resoconto: Il versante nord della catena del Gran Monte, a differenza di quello sud, è coperto da boschi ed è molto scosceso, i sentieri che si inerpicano su questo versante sono a tratti molto ripidi e rovinati a causa del substrato e della forte pendenza. Il sentiero bollinato non presenta particolari difficoltà tecniche, i segnali sono molto ricorrenti e dopo la metà è ben visibile anche al suolo; consiglio di percorrerlo in giornate asciutte o se bagnate meglio farlo in salita.
Rifugio ANA Monteaperta: https://www.facebook.com/rifugioanamonteaperta/
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Gennaio 2020
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