Andare in montagna ha un significato diverso per ognuno di noi: c’è chi la frequenta per sfuggire dalla città, c’è chi cammina per stare a contattato con la natura e cercare panorami da ammirare, oppure c’è chi si reca in montagna per praticare altri sport, come l’arrampicata o il canyoning. A volte si va per caso, per esempio con l’invito di un amico appassionato e poi ci si ritorna perché nasce una nuova passione. La maggior parte delle gite e delle escursioni in montagna la si fa con gli amici o in gruppo, anche se nell’immaginario comune, chi frequenta molto la montagna è visto come un solitario, un eremita, capace di socializzare quanto il nonno di Heidi. In effetti per molti escursionisti, esplorare la montagna è un’attività da fare in solitaria, percorrendo in silenzio i sentieri, godendosi i rumori della natura e i paesaggi che questa ha da offrirci. Nell’immaginario comune viene spontaneo associare la montagna ad un’attività solitaria, però l’andare per monti da soli è quasi sempre visto come un’attività pericolosa da non fare assolutamente. Questa convinzione è molto radicata, soprattutto tra chi frequenta di rado la montagna. Spesso sento frasi come: “Non andare da solo, è pericoloso” o “Andare in due è meglio ed è più sicuro”; ma siamo davvero convinti che andare in montagna da soli sia più pericoloso che in compagnia? Per quanto mi riguarda non sono completamente d’accordo con queste affermazioni e in questo articolo vorrei sfatare alcuni miti che non ritengo fondati. Partiamo dalle ragioni per cui si ritiene che le escursioni in montagna in solitaria siano un’attività pericolosa. Ovviamente il primo pensiero va alla possibilità di incorrere in un incidente, una scivolata, una caduta, un trauma, tutte situazioni dove l’aiuto di un compagno d’avventura sicuramente può essere di grande aiuto. Ma facciamo un passo indietro, essere in compagnia riduce il rischio di incidente? Il fatto di essere soli o in compagnia non influisce sulla la probabilità che accada un certo evento dannoso e purtroppo se l’incidente risulta fatale, essere in compagnia o no è totalmente ininfluente. Come spiego in questo articolo (clicca qui), in montagna non esiste il pericolo zero e quindi bisogna affrontare escursioni adatte alla propria preparazione fisica, al proprio grado di esperienza e conoscenza del luogo: sono proprio questi fattori che ci espongono maggiormente o minormente a eventuali pericoli nell’attività che abbiamo deciso di praticare. Parlando di esperienze personali, ho notato che le volte in cui esco da solo, sono molto più vigile e attento, sono padrone del mio tempo e di come impiegarlo e, se ho qualche dubbio, è molto più facile che torni indietro sui miei passi. Sono solo io che decido cosa sia meglio fare o non fare, ho forse più paura per quello che faccio e più rispetto per quello che mi circonda. Quando si è in compagnia si parla, si scherza, si ride e la soglia di attenzione è sicuramente più bassa, inoltre potrebbe scattare una sorta di meccanismo di sfida, per cui se un nostro compagno ce la fa allora io non devo essere da meno. Soprattutto in determinate escursioni è importantissimo scegliere i giusti compagni d’avventura, altrimenti il fatto di essere in più persone potrebbe rilevarsi controproducente. Ed è altrettanto importante saper valutare le capacità di ciascun compagno d’avventura ed eventualmente “abbassare” le proprie prestazioni per non creare disparità nella progressione. Detto questo, non voglio assolutamente far passare l’idea che andare in montagna da soli sia meglio che in compagnia. Ritengo che l’escursione in solitaria sia uno dei modi di vivere la propria passione, prima di urlare “non si va in montagna da soli” bisogna provare, cominciando magari da una breve passeggiata nel bosco dietro casa.
Nel caso in cui l’escursione sia in gruppo oppure in solitaria, facile o difficile, un’attenta pianificazione dell’itinerario e la consapevolezza di cosa siamo in grado di fare sono presupposti estremamente importanti per ridurre il pericolo soggettivo. Poi durante l’escursione è importante non farsi cogliere impreparati, col rischio di tentare l’escursione di fronte a evidenti ostacoli, andando incontro a rischi che si potevano evitare. Questo genere di situazioni genera circa il 25% degli interventi del soccorso alpino in un anno (dato del 2018). Quindi in conclusione, per come la vedo io, la forma corretta della famosa frase dovrebbe essere; “non si va in montagna da soli, senza lasciar detto dove si va, senza un allenamento adeguato e senza la giusta attrezzatura”. Tu come la pensi? Ti sei mai trovato in una situazione di pericolo da solo o con altre persone e come l’hai gestita? Mi piacerebbe saperlo e condividere alcune delle vostre esperienze, lascia un commento qui sotto!
7 Commentaires
Ivan
24/3/2020 06:44:17
Quando sono da solo sono molto più concentrato e assaporo di più la montagna
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Fabio
25/3/2020 02:07:37
Concordo, da soli si è con la montagna, coi tuoi pensieri ,con te stesso, in compagnia no. Vado in montagna x zittire la gente e da solo ci riesco.
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Stefano
27/3/2020 11:36:30
Frequento da più di 40 anni la montagna, ci sono andato in compagnia ...ci vado spesso e volentieri da solo. Certo tutto dipende dagli obbiettivi che uno si pone, la preparazione mentale e fisica sono le basi ..ma a volte non basta.Per esperienza il fatto è che non è vero che tutti possono fare tutto, la montagna anche per le sue variabili ..è per pochi.Del resto ha me quando va male riesco a incontrare tre,quattro persone...dipende dove si va. Pianificazione, creatività, curiosità..e paura ( non deve mancare mai se si vogliono evitare i pericoli),sono solo alcune cose che stanno nel bagaglio. La montagna e noi un tutt'uno...da vivere !
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Alessandro
4/4/2020 18:58:10
Articolo molto intelligente e completo.
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Paolo Perrelli
4/4/2020 19:00:07
Gent.mo Riccardo,
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Michele
5/4/2020 09:57:18
Ovviamente per logica se dovesse succedere un incidente o una situazione di pericolo essere in compagnia può essere senz'altro una cosa positiva e di aiuto. Ma questo non vuol dire che in montagna non si possa andare soli, anzi. In base al tipo di escursione che si intraprende se chi va in montagna segue i suggerimenti che hai ben descritto, e applica la propria esperienza, se ne torna a casa con un bel bagaglio di sensazioni per la prossima escursione.
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Lorenzo Di Gallo
5/4/2020 13:32:26
Completamente d'accordo con questa tua filosofia, per più di 20 anni ho fatto escursioni, e qualche ferrata, in val di Fassa. Dopo 350 giorni a contatto costante con altre persone, è una sensazione inenarrabile l' essere da soli in montagna.Ritengo inoltre che osservando le tue raccomandazioni si riduca al minimo la possibilità di incidenti. Poi occhio alla paura! E' il segnale inequivocabile che stai raggiungendo il tuo limite. Mandi furlàn.
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