Il lupo (Canis lupus) nel corso dei secoli non ha mai avuto vita facile, considerato come una specie nociva è stato sistematicamente sterminato in Europa centrale fino alla sua totale scomparsa nei primi decenni del Novecento. Tra il Settecento e l’Ottocento il lupo ha subito una progressiva eradicazione anche nell’est Europa e sulle Alpi, raggiungendo il minimo di popolazione tra gli anni ‘30 e ‘70 del Novecento. In Italia il minimo storico è stato toccato negli anni ’70, quando si contavano non più di 100 individui confinati in alcune aree dell’Appennino centro-meridionale. Ad oggi la situazione è completamente diversa, la popolazione di lupo (Canis lupus italicus*) in Italia è cresciuta ed ha migliorato il suo status di conservazione grazie alle tutele legali, all’aumento tanto delle foreste quanto delle prede e anche grazie alla sua grande adattabilità e resilienza. Il lupo ha ricolonizzato spontaneamente buona parte della Penisola, compresa una porzione significativa dell’arco alpino, da ovest verso est, fino a raggiungere anche il Friuli Venezia Giulia. Per datare la presenza accertata del lupo in Friuli Venezia Giulia bisogna andare al 2013, quando grazie alle attività di monitoraggio svolte dalla Regione FVG e dall'Associazione Therion, sono state rilevate tracce inequivocabili nelle Pre Alpi Carniche pordenonesi. Negli anni successivi, grazie ai monitoraggi del progetto Life WolfAlps è stato possibile confermare la presenza del lupo nella Val Tramontina (PN) e nuovamente nelle Pre Alpi Carniche, fino al 2018 quando è stata documentata la prima riproduzione di lupo in regione, nella zona di Sequals (PN).
Dal 2018 ad oggi le segnalazioni di avvistamenti di individui singoli o in branco sono numerose e provengono da quasi tutta la regione (l'ultimo avvistamento di un lupo è di febbraio a Coseano (UD)), testimoniando un rapido processo di colonizzazione in atto nella regione; un territorio con ancora ampie zone con un alto valore naturalistico, dove si incrociano i flussi dispersivi di lupi provenienti dall’area alpina e da quella balcanica. Nel 2022 le stime ufficiali, diramate dal corpo regionale forestale, riportano che il lupo è ormai stabilmente presente in regione con almeno 4-6 branchi riproduttivi, nell’alta pianura e nella pedemontana Pordenonese, nell’area del Cansiglio, in Carnia e nel Tarvisiano, mentre individui in dispersione, in cerca di nuovi territori e partner, vengono segnalati in molte altre località sia di pianura che di montagna. Seppur la presenza del lupo in regione sia sempre maggiore, siamo ancora molto lontani dai numeri che si registrano in Appennino o nelle Alpi occidentali, dove sempre più spesso la presenza di questo carnivoro crea dei malcontenti soprattutto tra gli allevatori. Attualmente, in Friuli Venezia Giulia, la più grande minaccia per il lupo è rappresentata dagli investimenti stradali, che dal 2018 ad oggi hanno fatto registrare almeno una decina di casi, l’ultimo dei quali nel mese di febbraio 2022, non lontano da Socchieve. Con l’aumento degli individui l’interazione con le attività umane sarà sempre maggiore e l’opera di sensibilizzazione verso le comunità e chi opera e vive a stretto contatto con il territorio sarà fondamentale per la conservazione di questa specie e per una convivenza pacifica. * Il lupo presente in Italia rivela alcune caratteristiche genetiche riconoscibili e peculiari non rinvenibili in individui di altre popolazioni. Attualmente il lupo italiano è ritenuto un ecotipo di quello europeo (Canis lupus lupus), da cui è rimasto isolato per oltre un secolo. * Leggi anche: Link utili:
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Marzo 2022
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