I temporali sono una delle manifestazioni più spettacolari della potenza della natura. Tutti noi almeno una volta ci siamo soffermati ad osservare le spettacolari forme delle shelf clouds oppure l'ipnotico lampeggiare dei fulmini che disegnano istantanee vene luminose nel cielo. Possiamo definire i temporali come dei fenomeni convettivi che portano a precipitazioni intense, grandinate e scariche elettriche (fulmini). Si sviluppano all'interno della Troposfera terrestre (8 – 16 Km) e possono essere classificati in tre categorie a seconda di come si formano.
In particolari zone geografiche, ad esempio dove i rilievi non distano molto dalla costa si possono formare i temporali orografici. Questi si innescano quando il flusso negli strati medio bassi dell’atmosfera costringe l’aria a sollevarsi per la presenza delle montagne. Se l’atmosfera è instabile al di sopra di una certa quota si possono sviluppare i temporali orografici.
Con il passare delle ore le nuvole si ingrandiscono prendendo una forma a incudine (cumulonembi) finché non si forma la cella temporalesca che dà vita a fenomeni intensi, localizzati e brevi (60 minuti circa). Questi fenomeni sono più probabili nella stagione calda al pomeriggio sera. Per i temporali di calore e per quelli orografici non è possibile prevedere il loro sviluppo con precisione, tuttavia è possibile dare una stima della probabilità di accadimento di questi fenomeni nell’arco di una giornata. Questi temporali sono quelli più pericolosi per l’alpinista o l’escursionista in quanto si sviluppano in modo repentino e causano fenomeni intensi, proporzionali alla temperatura e all’umidità dell’aria. Risulta quindi fondamentale, prima di un’escursione, consultare le previsioni del tempo locali e il bollettino meteo emesso dal previsore dove, se le condizioni sono favorevoli, verrà riportata la possibilità della formazione di temporali solitamente nel pomeriggio. Durante un’escursione a rischio temporali (forte irraggiamento, caldo e umido) è importante prestare attenzione a dei segnali premonitori che possono indicare il probabile formarsi di un temporale. I segnali tipici sono la presenza di aria calda e molto umida già dalle prime ore del mattino, la formazione di cumuli torreggianti già dal mattino, un repentino abbassamento della pressione atmosferica (variazione misurata in tre ore) e raffiche di vento freddo, forti e regolari. Non tutte le nubi sono pericolose, spesso d’estate è possibile notare in cielo nubi a limitato sviluppo verticale, i cumuli di bel tempo, le quali non causano fenomeni temporaleschi. La parte più pericolosa dei temporali sono i fulmini, scariche di corrente elettrica generate dalla differenza di potenziale che viene a crearsi tra la parte bassa delle nubi e il suolo o tra le diverse nubi. Un fulmine è formato da una componente luminosa, il lampo e da una componente sonora, il tuono. La scarica elettrica produce un enorme quantità di calore (30.000 °C) che riscalda l’aria attorno al canale ionizzato (porzione di atm dove passa il lampo) causando un’espansione dell’aria con conseguente onda d’urto. La luce e il suono hanno delle velocità differenti in atmosfera (300.000 Km/s vs 340 m/s) per cui prima vediamo il lampo e poi udiamo il tuono. In generale l’orecchio umano non è in grado di udire tuoni a distanze superiori ai 20 – 25 chilometri. Ora che sappiamo cosa sono i fulmini vediamo cosa fare per evitare di essere colpiti durante un’escursione in montagna. La prima cosa da fare è abbandonare immediatamente la cima della montagna, le zone esposte e allontanarsi da oggetti metallici come croci, piloni o antenne. Bisogna evitare di essere l’unico oggetto verticale in un pianoro e non bisogna sostare al di sotto di alberi isolati, ci si può riparare al di sotto di un bosco fitto non sostando sotto gli alberi più alti e prestando attenzione a non toccare il tronco o le radici dell’albero. Allontanatevi da laghi, corsi d’acqua e dai percorsi attrezzati con cavi metallici, sono tutte situazioni in cui la corrente viene condotta molto bene e il rischio di essere folgorati è molto alto. In presenza di terreno aperto è bene assumere una posizione accucciata con la testa tra le ginocchia, le braccia attorno alle gambe e i piedi uniti. Questa posizione garantisce la massima sicurezza e previene il pericolo di essere folgorati dalla corrente di passo; un fulmine non scarica tutta la sua energia nel punto in cui cade, la corrente “galleggia” sulla superficie del suolo per alcuni metri. Se possiamo sentire il crepitio della corrente nell'aria è cosa buona appoggiare lo zaino con gli oggetti metallici ed elettronici ad almeno trenta metri di distanza. Bivacchi, rifugi o cabine sono luoghi sicuri a patto che non tocchiate elementi in ferro attaccati alla struttura (Gabbia di Faraday). I ciclisti devono prestare attenzione alle loro bici in quanto possono attrarre i fulmini. Queste sono le regole base da osservare se veniamo colti da un temporale in montagna e devono essere l’ultima possibilità per evitare spiacevoli incidenti. Come sappiamo andare in montagna comporta una componente di rischio estrinseco che dipende dalle nostre scelte. A parte casi estremi, ritengo che i temporali ricadano nella componente del rischio estrinseco, per cui bisognerà adottate delle misure di prevenzione del rischio come la consultazione delle previsioni del tempo e la pianificazione del percorso per evitare di trovarsi in tratti pericolosi durante un eventuale temporale. Un ultimo consiglio, valido in tutte le situazioni, è quello di mantenere la calma, non farsi prendere dal panico e ragionare bene sul da farsi; è inutile correre per i sentieri rischiando di scivolare e di farsi male aggravando così la situazione di pericolo.
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Marzo 2022
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